Regione Calabria 

Delianuova è innanzitutto il “PAESE della PIETRA VERDE”.

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Conserva, infatti, un piccolo tesoro costituito sopratutto da elementi decorativi in pietra, di notevole importanza storico-artistica. È così possibile osservare, in giro per la cittadina, ben 15 portali in Pietra Verde, alcune fontane, alcune scalinate, come quelle della Chiesa San Nicola e di Piazza F. Leuzzi e tantissime mensole variamente modellate. Tutte di pregevole fattura, rendono Delianuova unica al mondo, per il semplice motivo che tale materiale (la Pietra Verde appunto, nella sua differenziazione di “Serpentino”), è stato utilizzato da scalpellini locali solo a Delianuova, sfruttando una cava sita in località Cotripa, fino al 1933.Pare che i primi artigiani giunsero più di 200 anni fa nei due villaggi di Pedavoli e Paracorio, originari dalla Sicilia.

I principali portali deliesi sono costituiti da una struttura elementare in cui gli stipiti sono prodotti con uno o più blocchi monoliti di pietra verde, mentre l’intervento decorativo è rappresentato per lo più, da una chiave di volta, posta ovviamente alla sommità dell’arco. Si tratta spesso di un mascherone che riconduce ad una tipologia presente nella regione sin dai primi anni del 1600.Altre volte è una vera e propria maschera apotropaica (portale palazzo Princi) che riprende la tradizione decorativa di origine sacrale, ancor oggi tipica dei “babbaluti”, tradizionali maschere di ceramica.

Tale caratteristica è presente anche in qualche fontana ed in alcune mensole di balconi.In un excursus guidato attraverso l’ideale “Via della Pietra Verde” deliese, partiamo da Piazza Vittorio Emanuele, meglio nota come piazza Buzzurra. Questa piazza, cui di recente è stata rifatta la pavimentazione, ospita, oltre quella che fu la casa natìa della famiglia Leuzzi (vedi cenni storici), la chiesa parrocchiale di San Nicola vescovo.



Ad essa si accede tramite una scalinata, tutta in pietra verde, costituita da gradini disposti ad archi concentrici. Dei tre portali, tutti in pietra verde, quello centrale presenta una composizione essenziale, secondo una tecnica medievale, con alla base degli stipiti, dei fregi curvilinei che rendono un pò mossa la rigorosa semplicità del complesso architettonico.Esso è sovrastato da una composizione, non in pietra verde, costituita da uno stemma a bassorilievo ed è sormontato da una corona sorretta ai lati da due angioletti. Semplici nella loro bellezza appaiono i due portali laterali.Lungo la salita, costruta in epoca di dominazione francese, che dalla piazza porta sulla via Roma, si può ammirare un altro portale, quello dell’ex palazzo Scullino, oggi Esposito. Stipiti lineari, capitelli privi di decorazioni ed arco sormontato dalla chiave a forma di voluta di dimensioni ridotte rispetto alle altre. Arrivati in via Roma, proprio di fronte alla salita, ecco il portale di palazzo Spadaro.

In quest’ultimo palazzo, nacque, il 10 febbraio 1888 il maestro Nicola Spadaro (oggi Vigliante). Caratteristica del portale di questo palazzo è che le bugne si presentano lievemente più aggettanti con il rilievo più profondo rispetto agli altri portali. Qualche metro a sinistra rispetto al portale di casa Spadaro, è consigliabile addentrarsi nella viuzza traversa di Via Garibaldi per ammirare uno dei portali più belli. Si tratta del portale della ex casa Scullino (oggi Melara).

Diverse le caratteristiche che fanno di questo portale uno dei più interessanti: due paraste, cioè due semipilastri addossati alla parete nella sezione superiore della mostra, un’esile mensola sovrastante che sorregge una cornice in cui è inscritto un rosone di ampie dimensioni con elementi decorativi spiraliformi.La piccola traversa che ci ospita ci porta poi in via Garibaldi, in direzione Sant’Elia, e qui, appena dietro l’angolo:

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CHIUNQUE TU SIA, GODI LIETO, BEVI GRATO, VA VIA MEMORE.

Quella che appare è la più antica fontana di Delianuova, l’unica rimasta dopo il terremoto del 1783 delle quattro fontane, le prime fontane pubbliche, che l’amministrazione comunale di Pedavoli aveva collocato ai quattro angoli del paese.L’acqua sgorga direttamente dalla bocca di una maschera apotropaica in pietra verde, al di sopra della quale vi è una targa marmorea dettata dall’allora vescovo di Oppido, Ferdinando Mandarani, ove si legge dell’operosità del sindaco, Giovanni Spadaro che volle costruire questa fontana e le altre derivate… affinchè duri lungamente la memoria del beneficio… 1768.

L’iscrizione si chiude con l’invito a goderne lietamente, a bere grato e ad andar via memore!

QUIS QUIS ES FRUERE LAETUS BIBE GRATUS ABI MEMOR

Appena qualche metro più avanti, sulla sinistra si apre un’altra viuzza, via Cristadi, in essa quello che è da ritenersi come il più antico tra i portali deliesi in pietra verde: il portale di casa Faraone. Riposizionato nella sede attuale dopo il terremoto del 1783, è databile nel XVII secolo.Facendo ritorno, attraverso largo Matteotti, via Garibaldi e via Maio in piazza De Nava, potremo osservare altri due portali. Quello di casa Carbone, con arco lievemente inflesso, in stile vagamente moresco Appena sulla destra rispetto a questo portale si apre vico San Sebastiano. Qui si notano i resti di quel che fu il Municipio di Pedavoli fino alla conurbazione del 1878, ex palazzo Carbone.

Il portale è tra i più belli.La chiave di volta è costituita da una voluta in cui è inscritto un volto umano. Lungo tutta l’arcata si notano altri elementi compositivi, ornati da motivi floreali o curvilinei ed insolite bugne verticali lungo gli stipiti e curve nell’arco.

 

 

 

 

 

 

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