Chiesa di San Nicola

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È un edificio cultuale eretto nel XVII secolo in forma pseudo rinascimentale, la cui facciata è stata di recente abbellita da due statue opera dello scultore locale Domenico Papalia, raffiguranti S. Elia e Mosè. L’interno è decorato a stucchi dove è possibile osservare il soffitto in legno intarsiato, a cassettoni, con pannello centrale ottocentesco, figurato ad altorilievo.

Entrando a destra, La Speranza, a sinistra, la Fede, allegorie scultoriche delle due virtù teologali, in legno intagliato e dipinto. Sopra l’ingresso, un organo in legno intagliato. A fianco all’ingresso, sulla destra, S. Pasquale in legno scolpito e dipinto. Nella navata centrale, nel transetto, pilastro anteriore destro un San Giuseppe con Bambino mentre nel pilastro anteriore sinistro un San Vincenzo Ferrer, entrambi in legno scolpito e dipinto; nel pilastro posteriore destro una statua dell’Immacolata e nel pilastro posteriore sinistro, San Nicola, patrono. Sul presbiterio, l’altare maggiore con alzata in legno intagliato, dipinto e dorato; nella nicchia dello stesso è possibile osservare una Madonna con Bambino, gruppo statuario alabastrino, in marmo di Carrara, di età rinascimentale, su predella poligonale decorata a rilievi figurati (rappresentanti l’Annunciazione e la Visitazione) risalente al ‘4 -‘500, di scuola gaginesca. La statua è stata danneggiata nel corso dei secoli, la testa del Bambino si era staccata ed è stata riposizionata e restaurata. 

Nel retro dell’altare maggiore è custodito un Portacero pasquale, ricavato da una colonnina marmorea con capitello decorato a motivi bizantineggianti, ascrivibile al XII secolo, e base in in pietra verde attribuito a maestranze calabresi. Davanti al transetto centrale, un pergamo: Gli artisti di questo pergamo sono stati m.ro Giuseppe Licastro fu Filippo e m.ro Giuseppe Ascrizzi di Vincenzo, 21 xbre 1886. (come si evince sul retro del bassorilievo ligneo…). Fu restaurato una prima volta nel 1940 e di recente da Mimmo Papalia. 

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Nella navata destra, la prima arcata accoglie un Sant’Antonio da Padova, in legno scolpito e dipinto, datato 1820, di Saverio Scutellà, che l’omonimo illustre pronipote Saverio Scutellà junior restaurò nel 1953. Posto sopra i resti di un altare in marmo policromo del XIX secolo, un San Francesco di Paola, statua lignea di scuola meridionale e nella terza arcata un altare con pala di San Giuseppe: la base è in marmo intarsiato e scolpito, mentre l’alzata è in legno intagliato, dipinto dorato e verniciato di scuola calabrese, così come di scuola calabrese anche il dipinto, olio su tela, raffigurante San Giuseppe.

Tutto il complesso è stato restaurato di recente da Mimmo Papalia. Nell’ultima arcata l’altare dedicato al Sacro Cuore. Nella navata sinistra, al l’ingresso, un’acquasantiera in marmo bianco attribuita a bottega calabrese; poco più avanti, una teca in rame sbalzato, traforato e dorato contenente un Cristo morto, in legno scolpito e dipinto; nella seconda arcata della stessa navata, una statua in legno della Madonna del Carmine, datata 1877, di Raffaele Angelo Musitano, con corone in argento sbalzato, cesellato, traforato e dorato, di bottega meridionale; nella terza arcata un dipinto sempre di Raffaele Angelo Musitano, rappresentante la Crocifissione con la Madonna e San Giovanni evangelista.Nella quarta arcata i resti di un altare del XIX secolo in marmo intarsiato, al di sopra di esso, nella nicchia, una Madonna Addolorata, di Ferdinando Perathoner, scultore di Ortisei, in Valgardena.In fondo alla navata sinistra,

La Madonna delle Grazie, di bottega calabrese, in legno scolpito e dipinto posta su trono sempre in legno scolpito e dorato.A sinistra si accede in sacrestia dove sono custoditi una serie impressionante di paramenti e suppellettili sacri ormai introvabili, alcuni dei quali con cuciture in oro, incensieri, calici, ostensori risalenti anche al XVIII secolo. Per un momento di sana preghiera, la Cappella con l’esposizione del Santissimo, consentirà di restare appartati.

 

Chiesa Maria S.S. Assunta

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La chiesa dell'Assunta fu ricostruita dopo il terremoto del 1895, in unica navata. Monumentale e degno di nota è il portone in legno, opera di artigiani locali (la famiglia Caminiti), datato originariamente 1912 e più volte ristrutturato.È in legno di castagno intagliato e verniciato, ed in esso sono anche rappresentate scene di vita mariana (Assunzione e Annunciazione).

All’interno, subito a destra, nella prima cappella, una stupenda statua in marmo bianco, raffigurante la Madonna, di scuola messinese, sapientemente restaurata da Mimmo Papalia. Nella stessa cappella, due dipinti: il primo, sulla parete destra, in tempera su tela, di Raffaele Angelo Musitano, del 1854, raffigurante San Luigi Gonzaga, il secondo, sulla parete sinistra, raffigurante San Francesco Saverio del 1906, dello stesso autore calabrese.

Più avanti, nella seconda cappella, l’armadio contenente la statua, la macchina processionale ed il corredo della Madonna Assunta. L’armadio è in legno di noce intagliato. La statua della madonna così come gli angeli attorno ad essa, sono in legno scolpito e dipinto. Non c’è datazione per quanto riguarda la statua, verosimilmente è anteriore al 1801, poiché è proprio questa la data presente sulla corona, in argento sbalzato, traforato e dorato.

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Nella stessa cappella è presente un confessionale del XIX secolo in legno tornito e intagliato, mentre nell’altra cappella vi è la statua di Santa Domenica, di bottega calabrese, in legno con le belve ai lati, anch’essi in legno scolpito; questi ultimi sono datati 1909.

Sempre nella terza cappella, una statua di San Rocco del 1894, opera di Raffaele Angelo Musitano, in legno scolpito e dipinto. Nella quarta cappella destra, qualcosa di più recente: un altare in marmo bianco con dipinto olio su tela di Sant’Antonio di Padova, datati 1931 - 1936 ed una statua dello stesso santo.Nel transetto destro, l’altare con la statua di San Giuseppe.

Altare in marmo bianco scolpito ed intarsiato, opera di maestranza meridionale, mentre la statua è in legno scolpito e dipinto, della scuola scultorea di Serra San Bruno. Sul presbiterio, interessante l’acquasantiera in marmo bianco scolpito, mentre imponente si presenta l’altare maggiore, in marmo bianco e rosso di Verona, scolpito, che accoglie un bel dipinto dell’Assunzione della Vergine, olio su tela, di scuola meridionale, non datato (si pensa sia appartenuto alla vecchia chiesa dell’Assunta di Paracorio, prima del terremoto del 1783).

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Altare in marmo bianco scolpito ed intarsiato, opera di maestranza meridionale, mentre la statua è in legno scolpito e dipinto, della scuola scultorea di Serra San Bruno. Sul presbiterio, interessante l’acquasantiera in marmo bianco scolpito, mentre imponente si presenta l’altare maggiore, in marmo bianco e rosso di Verona, scolpito, che accoglie un bel dipinto dell’Assunzione della Vergine, olio su tela, di scuola meridionale, non datato (si pensa sia appartenuto alla vecchia chiesa dell’Assunta di Paracorio, prima del terremoto del 1783).

Nello stesso transetto, l’altare con la statua del Sacro Cuore di Gesù. 

L’altare è in marmo bianco scolpito ed intarsiato, mentre la statua è in cartapesta, modellata e dipinta, opera anonima di bottega leccese.

Stessa scuola leccese per il gruppo scultoreo presente nella cappella successiva raffigurante la Madonna del Carmelo che intercede per le anime del Purgatorio, anch’esso in cartapesta modellata e dipinta, posto in un altare in marmo bianco scolpito ed intarsiato.Di essa, però, si conosce l’autore che è il leccese Giuseppe Malecore.

Sempre di Malecore è la statua di Sant’Espedito, sempre in catapesta, presente nella cappella successiva e datata 1904.Nella stessa cappella la statua in legno di san Diego d’Alcalà, di bottega meridionale e San Francesco Saverio in legno del 1850-99. Sempre in legno scolpito e dipinto una statua della Madonna del Rosario, di scuola meridionale, non datata. Sono datate invece le due corone presenti sulla stessa Madonna e sul Bambino: 1832 - 1839. Esse sono in argento sbalzato, cesellato e traforato. Nella terza cappella sinistra altri interessanti gruppi scultorei: San Raffaele Arcangelo con Tobia. In legno scolpito e dipinto, opera di Raffaele Angelo Musitano nel 1892 e la statua dell’Addolorata, sempre in legno, ma di cui non si conoscono con certezza nè autore nè datazione.

Molti, anche in questa chiesa, sono i suppellettili sacri ed i paramenti presenti nella sacrestia.Di particolare interesse: un reliquario a ostensorio del 1863 circa, (in esso, all’interno, l’autentica fatta da mons. Coppola, vescovo di Oppido Mamertina, a Paracorio, il 21 maggio 1863), in argento in lamina; una campana in bronzo fuso di bottega calabrese, del 1875-99 ed alcuni parati del XIX secolo, tutto il resto (paramenti, statuine, piccoli tabernacoli, calici, crocefissi, ombrellini processionali ecc.) sono tutti databili 1900 - 1949.

 

 

 

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