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Viaggio d'inverno - Saverio Scutellà

Freddo è il sonno del bosco. Sbuffano austri inquieti sull’aer d’inverno e cento favelle echeggiano pel nevoso altipiano: musiche tristi che vanno lontano, strumenti di fronde strepenti ai seccumi eterno pietire di voci dannate.Cadono i fiocchi in tormenta con la luce del giorno che muore sul romito sentiero ove passo leggero sospinto al ritorno verso la meta del triste villaggio.

Bianco è il sentiero: i passi stentati si muovono gravi tirati dal fil d’un eterno desio perché son là confortato d’affetto; così cade sconfitta, all’oblio ogni mia cruda tristezza, e la fanciullezza sparita ritorna fiorita sul pensiero dei miei sogni cari.Cade la neve… miracol di stelle amiche sulle colline dalle case antiche ove si trova il mio triste villaggio.

Cade la neve… il tetto della casa è bianco e dentro, la madre amorosa accoglie nel suo affetto il figlio stanco.

 

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Neve - Saverio Scutellà

Nevica, nevica… Meste pupille, dai vetri appannati Contemplano i fiocchi Che scendon, che invelan le case, che gelan le strade del borgo natale.Nevica, nevica… Ondula e s’adagia stanca

Come una saggia vecchia fiorita Sulla soglia antica, la neve bianca! Scende la notte E tace ogni cosa; il mio pensier si posa con la neve, greve, nel silenzio musicato di candore.

 

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